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Uno Stato repubblicano e democratico corroso dalla massoneria occulta


Le ultime rivelazioni sulla presunta esistenza della loggia massonica "Ungheria" danno modo di affrontare un delicato argomento, quello delle infiltrazioni massoniche e dei sistemi segreti di potere nei gangli dello Stato.
     Tanto per inserire l'argomento in un quadro generale normativo, è utile iniziare dalla Carta costituzionale, che all’art. 18 sentenzia: «I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale. Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare». Su questo articolo, che sembrerebbe essere stato scritto per evitare di imbattersi in consorterie occulte di tipo massonico, e che avrebbe tra l’altro dovuto impedire l’esistenza del servizio segreto Gladio, anche noto come "Stay-behind", i giuristi ci hanno sguazzato in lungo e largo.
     Tanto per fare un esempio il concetto di "segretezza" fu di fatto furbescamente aggirato da Giovanni Spadolini durante i suoi governi 1981-‘82, (vedi anche a proposito l’articolo: "Giovanni Spadolini: anche lui al servizio del sistema?"). Come infatti è possibile leggere su Wikipedia riguardo alla Legge 25 gennaio 1982, n. 17, "la modifica introdotta da Spadolini alla legge Anselmi vietò le associazioni segrete che perseguono fini illeciti, rendendo in questo modo la segretezza un carattere di per sé legittimo". Inoltre, quando venne presa in esame l’illegalità costituzionale del servizio segreto militare Gladio, i soliti saputelli dall’ombra fecero presente che invece si trattava di una "struttura di intelligence creata negli anni ‘50 con personale civile e militare, all’interno dell’Alleanza atlantica, che agiva in funzione antisovietica negli anni della guerra fredda, ed era una struttura segreta non clandestina all’interno dei servizi di sicurezza".
     La citata Legge Spadolini-Anselmi comprese anche il ridicolo scioglimento della loggia massonica Propaganda 2, nota come P2: alla quale, per poter continuare indisturbata l’azione delinquenziale, sarebbe bastato solo cambiare denominazione e porre più attenzione.
     Per restare in ambito della loggia segreta massonica Propaganda, con le sue diramazioni P1 e P2 (vedi anche l'articolo: "P1, al secolo loggia Propaganda 1"), la stampa moderna fa solo riferimento alla scoperta dei famosi elenchi piduisti del marzo 1981, quasi a significare che prima ci fosse il vuoto assoluto. E’ vero che da quei nominativi ritornò a galla la vicenda dei Comitati di crisi istituiti dal ministro degli Interni Francesco Cossiga durante il sequestro Moro del marzo 1978, in quanto composti quasi esclusivamente da massoni piduisti: ma le cose stanno diversamente. Quando i giornalisti non erano tutti sul libro paga massonico, prima del 1981, le notizie venivano a galla, eccome! Invece già allora molti magistrati erano forse al soldo delle fratellanze, tanto da risultare eccessivamente distratti.
il ritaglio de L’Espresso del 13/06/1976      Sembra incredibile, ma il 13 giugno del 1976 il settimanale "L’Espresso" titola così un articolo: "Il maestro della loggia Propaganda 2 emana un editto". In sostanza fa riferimento ad una delle prime edizioni del “Programma di rinascita democratica”, scoperto e sequestrato poi ufficialmente il 4 luglio 1981. Nell’articolo vi si legge fra l'altro: "Che seguito può avere un documento del genere? Molto di più di quanto non si creda. Soprattutto nei riflessi della guerra che si stanno conducendo all’interno della massoneria Salvini e Gelli. Da tempo il gran maestro di Palazzo Giustiniani, Lino Salvini, aspira a liberarsi dello scomodo Gelli, ma il compito è assai arduo. Le aderenze di Gelli, infatti, toccano ampi settori; sicuramente i più importanti: dal Quirinale al Parlamento, al mondo economico, a quello militare. Attorno alla sua loggia è riuscito infatti a chiamare a raccolta i più alti gradi dell’esercito e dei carabinieri". Già a quei tempi era ben chiaro in che mani fosse finito il vertice della massoneria italiana. Attenzione inoltre: si parla anche di Quirinale (che a quei tempi era in mano a Giovanni Leone)!
     In una intervista di Licio Gelli a "L’Espresso" del 10/07/1976, il venerabile della P2 viene pressato per un presunto e mai dimostrato coinvolgimento di settori massonici nell’industria dei sequestri di persona. E’ in quell’occasione che Gelli fa riferimento a 2.400 affiliati alla P2. Ma di analogo coinvolgimento delle fratellanze per i sequestri in terra sarda ne fecero cenno anche giornalisti di rilievo, all’epoca del suicidio Lombardini, in coincidenza del quale improvvisamente terminarono i sequestri di lunga durata, per fare spazio ai sequestri lampo, molti rimasti ignoti alla pubblica opinione.
il ritaglio de Il Corriere della sera del 13/09/1976      Il 13 settembre del 1976, ad un giornalista del Corriere della sera che lo accusa di essere un "trafficante d’armi" il Gran maestro Lino Salvini risponde di non essersene mai occupato. Poi il cronista, riferendosi a "personaggi di estrema destra nelle logge" incalza e chiede: «Ma questi personaggi non fanno parte neanche della loggia P2, quella cioè maggiormente al centro delle polemiche relative ad azioni criminose?». Nel 1976 i più informati, e soprattutto i giornalisti, sapevano che nell’ambito delle logge massoniche di vertice qualcosa di illegittimo bolliva in pentola.
il ritaglio deI settimanale Panorama del 14/01/1977      Il 14 gennaio del 1977 è il settimanale "Panorama" a parlare dei tentativi in atto da parte della massoneria per salvare dal crack il banchiere Michele Sindona. Dopo aver citato tra la schiera dei difensori più accaniti Carmelo Spagnuolo, ex-procuratore generale della Repubblica a Roma ed attuale presidente di sezione della Corte di cassazione, aggiunge: "Accanto a Spagnuolo, Licio Gelli, capo indiscusso della loggia massonica più segreta del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani, la P2, coinvolta nelle inchieste sulle trame nere e sull’anonima sequestri, sospettata, finora senza prove, di essere stata uno dei misteriosi gangli della tensione". Dunque della loggia Propaganda già si sapeva tutto, ma nessuno indagò.
il ritaglio de Il Paese sera del 3/02/1977      "Svolta nelle indagini su massoneria e attività golpiste. Gli ufficiali della Loggia P2". Così titolava il "Paese sera" del 03 febbraio 1977. Poi, nel sottotitolo: "Riveliamo un primo elenco di nomi tra cui quello del Comandante Generale della Finanza, Raffaele Giudice". C’è da dedurre che la stampa seria dell’epoca, con editori e giornalisti ancora non venduti al "sistema massonico", davano conto ai lettori ignari di quanto stava accadendo. Per la verità questa volta nello stesso articolo vengono anche citati magistrati che indagano soprattutto sulla loggia P2: Angelo Vella, Pierluigi Vigna, Giulio Catelani. Tuttavia le indagini avviate non hanno condotto a nulla, non si sa se per dolo o per bravura degli indagati. Fatto sta che il "sistema massonico", anche se messo sotto indagine, riesce a mascherarsi ed a cambiare colore come il più classico dei camaleonti.
il ritaglio de Il Giornale del 21/03/1978      Il 21 marzo del 1978 "Il Giornale" esce con un articolo sulla massoneria; fra le righe del pezzo si legge che il gran maestro del GOI, Lino Salvini, "fatta propria una remota istanza dell’«assente» Licio Gelli, ha proposto all’assemblea massonica di formare una nuova giunta, non più costituita in base alle rappresentanze regionali, bensì chiamandovi a far parte i «fratelli» di più alto e indiscusso prestigio appartenenti all’ordine. Scelti, cioè, nella élite del Grande Oriente (in massima parte affiliata alla Loggia «P2»): generali a quattro o a tre stelle, alti magistrati, esponenti di primissimo piano della burocrazia dello Stato e del parastato; banchieri; industriali; professionisti illustri". In sostanza nel 1978 ben si sapeva quali fossero i requisiti dei componenti delle logge "Propaganda". Ma, ahimé, nessun magistrato si è scandalizzato per aver ritrovato in quell’elenco anche "magistrati e alti ufficiali".
     Prima del fatidico 1981, di articoli sulla massoneria golpista e delinquenziale come quelli illustrati sopra ce ne sono stati molti altri, tutti improntati alla estrema chiarezza, contenenti accuse esplicite contro i vertici massonici, poi col tempo risultate in gran parte drammaticamente vere.
     Proprio a garanzia dell’associazionismo massonico idealista fondato sull'onestà dei valori e sulla moralità, del quale si deve prendere le difese, bisogna chiedersi: per quale motivo la "magistratura profana" non ha avuto la forza necessaria per innescare un energico ripulisti, grazie al quale le fratellanze avrebbero riacquistato candore e linfa morale in grado di rigenerarle? Perché, continuando con le domande retoriche, oggi sono in minima parte i magistrati che pongono problemi sulla illegittimità massonica segreta, ed invece negli alti vertici si replica minimizzando e facendo finta di nulla?
     Se non è pensabile, tantomeno credibile, che negli alti livelli sociali tutti possano essere massoni, bisogna convenire che almeno i punti nevralgici del sistema statale, sociale, bancario ed imprenditoriale, siano appannaggio di logge massoniche potenti, trasversali, estremamente segrete, in grado di condizionare in tutti i campi nomine, sentenze, promozioni, finanziamenti, cariche politiche ed amministrative, e di ricattare gli stessi appartenenti costringendoli, oltre al silenzio, anche a restituire alla loggia di riferimento parte delle laute retribuzioni ottenute grazie al sostegno stesso delle fratellanze. In sostanza ai benefici dell’appartenenza massonica bisogna ricambiare col silenzio e pagando i favori ottenuti. Uno dei settori nei quali è palese il reato di estorsione è quello delle cariche politiche ottenute per interessamento massonico, e della restituzione a chi di dovere di parte dell’indennità (vedi al riguardo l'articolo: "Il pizzo politico").
     Ma veniamo ai nostri tempi. Sarebbe troppo facile criticare due quotidiani come La Repubblica ed il Fatto quotidiano per non aver pubblicato le rivelazioni dell’avvocato Amara sulla loggia Ungheria, delle quali erano a conoscenza da mesi: e pertanto ci si astiene dal sentenziare. Tuttavia sembra un tantino esagerato che gli stessi quotidiani, ma non solo quelli, sibillinamente continuino ad adombrare l’ipotesi di essere davanti a rivelazioni false o calunniose, invece di spronare la magistratura "profana" ad indagare su quella e sulle altre logge segrete o occulte che ci sono in giro. Non solo: facendo leva sull'inesistente reato di "Rivelazione di atti d'ufficio" trattandosi di comunicazioni fra membri della magistratura, la caccia si è aperta nei confronti di quei magistrati che cercavano nella giustizia una strada per far partire le indagini su almeno una delle molte logge segrete che si annidano nei gangli dello Stato-farsa che ci ospita. Sono eventi tra i più vergognosi che possano capitare ad un paese repubblicano e democratico.
     Purtroppo siamo alle solite. Ammesso che ce ne siano, col tempo spariranno tutte le prove sulla loggia Ungheria, potenzialmente utili a rivelare il meccanismo occulto trasversale col quale magistrati, alti ufficiali, politici, persino alti prelati, si sono presi gioco di chi ancora continua ad illudersi di trovarsi in un paese realmente democratico, dove la parola Repubblica abbia ancora un significato e soprattutto dove "la legge sia uguale per tutti".
     L’ambiente politico oggi è fatto di molti massoncini arrampicatori, che entrando nel sistema dei tre puntini credono di poter dar massimo sfogo alle proprie ambizioni personali. Ed in effetti all’inizio sembra tutto facile: schioccano le promozioni; arriva in fretta la sistemazione lavorativa per i propri figli; si avverano i desideri perché si è entrati in una ampia rete dove c’è sempre un "fratello" pronto al posto giusto.
     Poi col tempo la propria obiettività cala; l’obbedienza diventa quasi naturale, addirittura offerta in maniera spontanea; ci si rende conto che per proteggere l’ambiente massonico sei pronto a mentire a chiunque, anche a un tuo fratello di sangue. Forse, ma non sempre, col passare degli anni, sai di essere diventato una rotellina insignificante in un ingranaggio mondiale, dove alcuni si fanno forti del tuo servilismo per imporre la loro volontà, sottomettendo te e tutti gli altri con sistemi di dominio ai quali tu hai preso parte prima inconsciamente, poi coscientemente. Infine sai che hai perso la tua dignità, hai cancellato la tua capacità di distinguere, col tuo silenzio hai indirettamente fatto del male e sostenuto cattivi massoni, ed in fondo hai rinunciato alla cosa più bella che l’essere umano possiede: la libertà di pensiero!

di Giovanni Corrao - 18/05/2021



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