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LE MOTIVAZIONI


     Da circa quindici anni sono in corso profonde trasformazioni degli schemi politici classici così come li abbiamo conosciuti nel secondo dopoguerra. Corrispondentemente oggi i partiti politici non sembrano possedere una lucida visione della situazione politica, difettano nella capacità di individuare obiettivi innovativi e qualificanti, e non riescono a formulare prospettive convincenti per il futuro dell'umanità che affronta dubbiosa l'attuale millennio. Addirittura sconfortante appare poi l'attuale elaborazione di idee soprattutto se raffrontata con le mirabili intuizioni che hanno fatto grande l'epoca risorgimentale italiana.
     In questo fluttuare di posizioni e riferimenti riteniamo che la sinistra democratica, la scuola di pensiero che annovera, tra gli altri, personaggi storici di spicco come Ugo La Malfa e Giovanni Spadolini, abbia più che mai un ruolo importante da svolgere: per il suo passato, caratterizzato da personalità coinvolgenti come Mazzini e Cattaneo, che hanno sviluppato con convinzione più di altri l'ideologia repubblicana; per chi ancora oggi crede negli insegnamenti dei grandi maestri del rigore intellettuale ed aspetta la rivincita di una così nobile tradizione; ma anche per dare in futuro un significato compiuto a concetti profondi come quello di "libertà" e di "giustizia".
     Non abbiamo la pretesa di risolvere, noi da soli, i gravi problemi che affliggono il nostro paese: sempre alla ricerca di un sistema amministrativo pubblico costruito sull'onestà e la meritocrazia, finalmente affrancato dalle perniciose infiltrazioni della criminalità organizzata. Tuttavia crediamo che un dibattito serio e franco fra pensatori dell'area politica della democrazia avanzata possa aiutare a creare finalmente una coscienza di popolo fra gli italiani, in nome di un patriottismo di cui tutti gli italiani sono portatori nel fondo della propria anima.
     Nella nostra area politica di riferimento si sta discutendo sull'opportunità di creare una nuova formazione alla quale si è già dato il nome di "Partito democratico", che inevitabilmente riporta alla mente il "Partito della democrazia" di intuizione spadoliniana, per denominazione e contenuti. C'è chi crede in questo percorso, quale avverarsi della profezia di un partito più ampio di quel piccolo "Partito di massa" lamalfiano che fu il primo PRI; ma vi è pure chi non vede di buon occhio la fusione tra forze storiche eterogenee che vengono da lontano, da un Partito comunista italiano caratterizzato dall'impronta democratica berlingueriana, e da rinfrancate schiere in gran parte provenienti della scomparsa Democrazia cristiana, implosa, come da testamentaria valutazione di Aldo Moro, per l'incapacità di rigenerarsi dopo la quarantennale abbuffata di potere.
     Non riteniamo giusto prendere posizione, pendendo da una parte piuttosto che dall'altra. Vogliamo invece stimolare un dibattito politico, che speriamo serio e fruttuoso, sulle prospettive della democrazia in Italia, sulla sua reale applicazione, sulle potenzialità che può offrire per una consapevole riscossa di popolo. Con un'avvertenza: considerando il cervello della maggioranza ormai abbondantemente lavato col sapone della subdola democrazia populista, sbaglieremmo se dessimo per scontato un futuro pluralista. Invece sappiamo bene esistere nel paese, e non sono pochi, concittadini che aborriscono la democrazia e credono nell'imposizione verticistica delle scelte, siano esse di destra o di sinistra.
     Il nostro obiettivo dichiarato resta comunque il ricongiungimento di chi ha creduto nei valori repubblicani e si trova oggi alla ricerca di una collocazione politica soddisfacente. Potremmo così rilanciare l'ideologia repubblicana per seguirne gli insegnamenti in sede politica ed amministrativa e farla conoscere alle nuove generazioni, tramandandone ispirazioni, contenuti ed obiettivi. L'idea di un sito web politico, non schierato ma di area, è venuta ad Annico Pau durante una chiacchierata sull'argomento. Proposta piaciuta ed attuata. Sul nome del dominio "edere", al plurale, si potrebbe aggiungere ancora qualcosa, ma ci fermiamo qui.
     Il nostro appello finale vada a chi ritiene che il repubblicanesimo, un patrimonio di umanità, di ricerca della dignità della persona, di giustizia ed uguaglianza, vada oggi più che mai rivisitato, analizzato, attualizzato, studiato e dibattuto.
Giovanni Corrao - 17/11/2006


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