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La notizia che l’UE chiuderà definitivamente nei prossimi anni l’importazione del gas di Mosca non fa notizia. Eppure secondo noi dietro c’è una lunga storia che molto probabilmente risale al novembre del 1989, anno dello storico "crollo" del muro di Berlino. Sarà stato per la criptica serietà dei politici che guidavano l’Europa in quell’anno, o per il bavaglio comunista posizionato sulle bocche dei dirigenti sovietici, o per la ormai proverbiale disattenzione dei giornalisti, ma non ci sembrano credibili le motivazioni che si leggono qua e là sull’improvvisa caduta del celeberrimo muro, un tempo simbolo della suddivisione dei territori conquistati dai paesi usciti vincitori dal secondo conflitto mondiale. La storiella, perché non di storia si tratta, si basa su una conferenza stampa di un presunto sprovveduto dirigente del Politburo delle ex DDR nella quale egli pubblicamente dichiara libero il passaggio attraverso il muro per andare verso la zona di Berlino ovest controllata dagli alleati, e di guardie di frontiera del Patto di Varsavia che il giorno nove erano talmente distratte da consentire ad alcuni giovani armati di picozza da geologo di riuscire ad aprire brecce, rendendo inutile quel baluardo. Fatto sta che il muro non fece più il muro, e solo un anno dopo si assistette alla riunificazione delle due Germanie. Che i russi abbiano avuto da obiettare?: ma quando mai! E gli americani?...ah no, noi non ne sappiamo nulla! Gli amministratori europei non pervenuti, come al solito. Nel clima di guerra fredda di quegli anni, il gruppo di stati ancora riuniti nel Patto di Varsavia a trazione socialista perdono un intero stato, la Germania est, che passa al "nemico" e nessuno dice nulla. Ma come sarà mai stato possibile? Eppure ce l’hanno raccontata così: e ce la continuano a raccontare così, prendendoci sempre comodamente in giro. In sintesi la vulgata sostiene che la caduta del muro avvenne per: - la conseguenza visibile di una crisi interna irreversibile del socialismo reale; - il risultato di una strategia americana di logoramento silenzioso; - e, in ultima analisi, una trasformazione del potere, non la sua scomparsa. Si potrebbe dire che la visione unificatrice dei due "blocchi", Statunitense e Sovietico, sotto una regia verticistica oscura, ma rispettosa delle differenze, a 36 anni da quell'evento non possa oggi essere realmente confermata. Anzi la guerra tra Russia ed Ucraina dimostrerebbe il contrario. Partendo dalla corretta notazione della crisi economica dei paesi membri del Patto di Varsavia, unita al tentativo di rinnovamento gorbacioviano, noi sosteniamo invece che la Russia abbia venduto la Germania dell'Est agli Stati Uniti in cambio dell'acquisto da parte della UE del gas russo. E perché diciamo Stati Uniti d’America? In quanto la Germania, paese uscito perdente dal secondo conflitto mondiale, come l'Italia, è tutt’ora sotto dominio Usa, paese che ha investito nella sua ricostruzione, dominandola però con centinaia di basi militari e decine di migliaia di militari statunitensi, ufficialmente per difendere l'Europa, di fatto per sottomettere la nazione diventata trainante dell'Europa. Solo con gli Stati Uniti a finanziare, la Germania, distrutta del tutto durante la guerra, è riuscita a diventare la locomotiva del vecchio continente: le sole seppur lodevoli capacità dei cittadini tedeschi non sarebbero state sufficienti. Insomma, gli stati Uniti, che tacitamente considerano la Germania come il loro cinquantunesimo stato, si sono accaparrati anche la Germania dell'Est a prezzo zero, facendola pagare ai cittadini europei tramite le bollette della fornitura di gas russo. Questo spiega come facciano gli Stati Uniti americani a comandare in Europa e ad impedire che l'UE abbia una propria politica autonoma, impedendole anche di mettere in campo una difesa europea armata. Il gas sovietico cominciò a scorrere in modo stabile verso l’Europa proprio allora; gli accordi “gas in cambio di tecnologia” (Gas-for-Pipes) risalgono già agli anni ’70 ma si consolidarono solo dopo il 1989. L'Italia dal canto suo, pensando di poter diventare energeticamente autosufficiente sfruttando gli enormi giacimenti sottomarini presenti nelle sue acque territoriali orientali, ha realizzato oltre una cinquantina di piattaforme marine per l'estrazione del petrolio e del gas nel mar Adriatico: senza aver ricevuto probabilmente l’autorizzazione alla loro entrata in funzione forse per rispetto a quel patto mai emerso, che obbligava gli europei all'acquisto del gas siberiano. C'è dell'altro: il GALSI, il gasodotto studiato per convogliare il gas algerino e farlo transitare per la Sardegna e la Corsica, e farlo poi giungere in Toscana, forse è stato abbandonato proprio per rispetto tacito al patto Usa-Russia per la fornitura del gas. Ed oggi, guarda caso, l'UE delibera di sospendere l'acquisto del gas russo proprio per protesta contro l'assalto di Putin ai danni dell’Ucraina. Come dire, tu Putin non sei stato ai patti, ed io rompo le intese pregresse. Inutile a questo punto continuare a ribadire quale sia il filo occulto attraverso il quale transitano gli ordini, che vanno sempre in una direzione: dall’America all’Europa, e finiscono sempre nel didietro del cittadino del vecchio continente, obbediente o inconsapevole che sia! Forse aveva ragione Bennato, non riuscendo ad intravedere nei cittadini italiani né orgoglio italico tantomeno maturità e capacità di autogestione democratica di ispirazione risorgimentale, quando per sdrammatizzare ha mirabilmente sintetizzato: "accattateve ‘a sciarpa ‘e Maradona"!
di Giovanni Corrao - 20/10/2025
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