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Renxit: quando la realtà supera la fantasia

Nel paese ci sono neo-formazioni politiche improvvisate, ma anche partiti con tradizioni politiche che vengono da lontano, frequentati da volpi che hanno ereditato ed assimilato capacità strategiche di alto livello. Non è affatto facile cogliere l'essenza delle loro astute mosse: ma è lecito rifletterci sopra, per indovinarne le prossime azioni ed individuare gli obiettivi.
     Con immaginazione e molta fantasia, supponiamo di aver partecipato ad una delle scorse riunioni di vertice del Pd, ed aver preso nota delle parti salienti dei loro dialoghi.
     Noi siamo defilati, quasi nascosti in un angolo, e non riusciamo bene a dare un volto alle parole. Ma ad apertura di riunione ci rendiamo conto che il segretario Zingaretti senza indugiare porta gli altri membri della segreteria a conoscenza delle ultime richieste politiche di Matteo Renzi. «E' sempre più esigente» ammette, «tuttavia non possiamo dimenticare l'importanza determinante dei suoi voti, per far stare in piedi il Governo». Poi: «Io direi di far finta di nulla ed accettare, a meno che si riesca a trovare una soluzione che non indebolisca la stabilità della maggioranza».
     Dopo alcuni interventi non degni di essere riportati, una voce calma, ma determinata, fa sentire la propria importanza: «Io invece approfitterei della situazione, per prendere due piccioni con una fava». Dopo una breve pausa, la voce riprende, con un'intonazione simile a quella solitamente adoperata dal ministro Dario Franceschini: «A Renzi risponderei con un "si" condizionato» generando curiosità negli altri politici. «Supponiamo» aggiunge «non solo di accogliere le avances renziane, ma di rilanciare» facendo ruotare lo sguardo. «Potremmo pertanto, così per fare un'ipotesi, non solo accordare il nostro favore alle sue richieste, ma proporgli anche un patto di ferro col quale si riesca a mettere da parte il potere dei numeri che le elezioni hanno affidato ai Cinque stelle». E dunque: «Renzi chiede quattro? Noi gli diamo cinque, a patto che ...» con doveroso attimo di suspance «... a patto che lui si impunti per far cadere Conte, e dare a noi la possibilità, finalmente, di subentrare alla Presidenza del Consiglio con un nostro uomo, supportato in seconda battuta dalla medesima maggioranza attuale» concludeva, mentre faceva dondolare la testa in su e in giù.
     I membri della segreteria, ad uno sgranare degli occhi, fecero seguire un sornione sorrisetto. L'idea era buona, e bisognava valutare se Renzi sarebbe stato d'accordo. I soliti ambasciatori politici si misero subito al lavoro, e ritornarono con positive valutazioni alla proposta politica scaturita nella riunione di segreteria.
     Come d'intesa Renzi inizia formalmente a scalpitare, facendo chiaramente intendere che l'obiettivo perseguito fossero le dimissioni definitive di Giuseppe Conte, che già aveva avuto molto dalla fortuna. Naturalmente i vertici del Pd fanno manfrina, apparentemente appoggiando Conte, escludendo possibili future alleanza con Iv, salvo poi rimangiarsi, un pò alla volta le false dichiarazioni. Renzi convince i suoi ministri a dimettersi, promettendo per il futuro addirittura di migliorare la partecipazione ministeriale di Italia viva.
     Conte ed il M5s, come è ovvio che sia, del tutto a digiuno di giochetti politici, che riportano alla mente gli ultimi scorci del secolo scorso, sono pronti a cadere nella trappola, soprattutto perchè non vogliono assolutamente andare ad elezioni in questo momento, evento che consegnerebbe il paese al fronte di destra.
     La fantasia ha fatto il suo dovere, la ragione ha dato il visto. Vedremo se le cose andranno come da noi previsto. Certo è che uno come Franceschini potrebbe sperare molto dalla riuscita di questa strategia. Senza dimenticare che il Pd vorrebbe rientrare, in futuro, in possesso dei voti grillini, per ora provvisoriamente in libera uscita.
     Chi vivrà vedrà!

di Giovanni Corrao - 25/01/2021



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