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1° gennaio 2022: abbiamo tutti bisogno di auguri

Il politico non sospende mai le sue riflessioni: neanche durante le feste. Ed in una giornata come questa, con le orecchie ancora frastornate dai fuochi d’artificio della notte di S. Silvestro, ed ahimè senza quotidiani in edicola, si è resa necessaria un’occhiatina su internet, in grado tra l’altro di consegnare direttamente a domicilio i commenti sul discorso di fine d’anno del presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella. Giudizi, a quanto si legge da parte dei leader di partito, tutti convintamente positivi, addirittura entusiastici: persino quello di Giorgia Meloni, leader di Fdi, forza formalmente all’opposizione dell’attuale Governo nazionale gestito dal valente tecnico Mario Draghi.
     Invece il discorso di Mattarella alla nazione a qualcuno potrebbe essere forse parso, sotto certi aspetti, poco incisivo. E questo perché dalla sua voce non sono sembrati giungere messaggi chiarificatori riguardanti la situazione politica attuale, né lungimiranti sguardi in avanti, se non quelli generici degli auspici, o dei richiami alla vaccinazione contro il Covid. L’impressione a caldo di alcuni potrebbe aver portato alla sensazione che sia stato politicamente ignorato proprio il destinatario del discorso di fine d’anno, il popolo, apparso scarsamente coinvolto, né informato, su quel che di politico si discute nelle segrete stanze. Come se gli estraniati italiani dovessero solo recitare la parte dei sottomessi ai poteri segreti dell'astuzia, senza alcun diritto di giudizio, di replica, o di valutazione politica personale. Il non far sapere, difatti, potrebbe impedire eventuali reazioni spontanee elettorali.
     Eppure il siciliano Sergio Mattarella ha subito uno di quei drammi familiari, con la morte del fratello Piersanti per mano della mafia, che gli avrebbe dovuto dare il vigore necessario per essere estremamente vicino alla popolazione, e garantirgli grandi energie per opporsi ai meccanismi deleteri. Tuttavia, ma forse si tratta solo di apparenza, in questi ultimi sette anni non è mai stato messo in evidenza dalla stampa il suo impegno contro la criminalità organizzata meridionale.
     Di fronte alla delicatezza del momento, con gli equilibri politici instabili, il capo dello Stato non sembrerebbe essersi spinto a dare decisive indicazioni. E sì che nominalmente a lui (o forse a chi lo ha consigliato alle sue spalle) si deve la recente nomina a palazzo Chigi di un tecnico che, seppur di rango, è riuscito a compattare una maggioranza politica tanto inattesa quanto improbabile. È purtroppo a tutti chiaro che l’eventuale spostamento di Mario Draghi dalla presidenza del Consiglio dei ministri al Quirinale potrebbe generare turbolenze incontrollabili nella maggioranza attuale, composta da forze politiche che non sembrano aver niente in comune se non l’esigenza di esserci. I nodi potrebbero venire al pettine: nodi rappresentati soprattutto dall’agitazione delle basi di tre partiti: M5s, Lega nord e Pd. Purtroppo chi pensava di poter avere le idee più chiare dopo il discorso di fine d’anno del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stato servito.
     Bisogna poi notare come l'attuale Governo nazionale, che ha al suo interno due delle tre forze importanti del cartello di destra, è come se avesse al suo interno anche la terza forza di estrema destra, quella residuale postfascista, la quale seppur non facendone parte, non è neanche all’opposizione, non potendo agire energicamente contro un Governo sostenuto dai due partiti alleati. Lo dimostra l’aver tutti insieme i partiti di centrodestra, seppur per il momento a chiacchiere, proposto Berlusconi quale candidato per il Colle. Questo fatto, che fa sì che il governo Draghi non abbia alcuna opposizione, è il risultato di una imposizione di vertice, attuata tramite Renzi e Mattarella, in grado di far comprendere con esattezza il livello di sottomissione raggiunto da quelli che una volta erano chiamati "partiti politici". Difatti si tratta di una situazione di emergenza nazionale con equilibrio politico altamente instabile.
     Non solo. Il paese si trova, secondo le valutazioni esposte, con una sinistra che ha accettato di governare con la destra politica italiana, situazione che prima o poi creerà disagi nella base soprattutto del Pd, forza nella quale agisce al suo interno una importante scuola politica di vecchia data. E nel M5s continueranno a serpeggiare i soliti indeterminati malumori, trattandosi di un movimento privo di una vera ideologia di riferimento, sospinto solo, almeno nei vagiti iniziali, da esigenze di rivalsa populista.
     Ad uscirne mortificata potrebbe essere stata la democrazia. Infatti in giro non è possibile trovar traccia del principio mazziniano secondo il quale il popolo deve essere informato e politicamente istruito: ovvero educato alla democrazia. Una democrazia per fortuna non ancora del tutto sconfitta se c'è gente, come il sottoscritto, che da una parte viene accuratamente attenzionata, ma dall’altra ha ancora la libertà di esprimere i propri pensieri, giusti o sbagliati che siano. Una democrazia messa a dura prova dai poteri subdoli, gestiti da persone molto intelligenti che han trovato nell’astuzia la leva per esercitare sottomissione. Il nodo da sciogliere in questo paese dalle due facce è proprio quello della democrazia. Siamo o non siamo una nazione che possa ancora fregiarsi del nome altisonante di "Repubblica democratica fondata sul lavoro"?
     In un paese democratico come il nostro dovrebbe essere il popolo a decidere, di volta in volta: e se la democrazia viene condizionata da sistemi verticistici non identificabili, sostituitisi furbescamente ai poteri previsti dalla Carta costituzionale, bisogna prendere opportuni provvedimenti per ripristinare la legalità, intanto lanciando l'allarme, poi spiegando, indi agendo.
     Nel ragionamento svolto entra in gioco anche l'italiano medio, quello dall'animo levantino, il furbetto del quartierino, dal comportamento troppo spesso incoerente. Mentre pretende che gli "altri" si comportino bene, per appagare i propri desideri di carriera, ed infine di ricchezza, è pronto a mettersi in fila per entrare nel mondo occulto e segreto dell'esoterismo verticistico. Capita così di vederlo apparentemente democratico durante le esternazioni pubbliche, ed invece con istinto dominante, e dunque fascista, quando entra a far parte di quegli ambienti "riservati" che certe associazioni si ritagliano, per puntare alla supremazia sugli altri. È l’atteggiamento incomprensibile di quei concittadini che, per ingenuità o consapevole consenso, accettano il ruolo di silenzioso obbediente.
     Si deve accettare la democrazia nel bene e nel male, perché solo un sistema realmente democratico basato sui doveri di tutti, può garantire l'uguaglianza dei diritti. Se in un paese c'è chi ha più diritti di un altro si creano distorsioni che portano infine, ed in sintesi, ad una infelicità collettiva che nessun bottino può attenuare.
     Buon anno nuovo a tutti.



di Giovanni Corrao - 01/01/2022



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