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Avviso di sfratto

     Se la maggioranza degli italiani ha dato prova di essere in grado di sopportare di tutto e di più, c’è invece qualcuno che ha perso la pazienza, e ha inviato a Berlusconi, qualche mese fa, lo sfratto da Palazzo Chigi. Qualcuno che, dopo aver condizionato anni fa la vita politica del paese, ha avuto nel 1994 la forza di insediare un suo discepolo nella carica più alta del paese, e che ora fa capire pubblicamente di avere ancora in mano il potere che conta, tanto da mandare in pensione l’uomo apparentemente più potente d’Italia.
     Lo sfrattato sa che non può rifiutare, e inizia a disimpegnarsi pubblicamente. Già da qualche mese il Premier attuale dichiara di non avere intenzione di accettare reincarichi nel futuro, tanto che avanza prima la candidatura di Alfano quale suo successore, poi, su ricatto della Lega, unico alleato dopo la rottura con Fini, quella di Tremonti. Conoscendo l’esuberanza del Cavaliere, se fosse per lui terrebbe duro fin quando possibile: ma, ahimé, è costretto a farsi da parte per cause di “forza maggiore”.
     La spiegazione di quanto sta accadendo sta tutta nell’intervista rilasciata da Licio Gelli al quotidiano Il Tempo nello scorso mese di gennaio. Le parole sono chiare, al di fuori del consueto linguaggio sibillino che il Maestro Venerabile della Loggia P2 usava in passato. Val la pena di fare, al riguardo, qualche ragionamento su alcune pagine mai chiarite della nostra recente storia, e di tentare l’arrampicata sulle sue sibilline parole fino ad avanzare congetture sul futuro politico dell’Italia.
     Se Berlusconi, durante i suoi mandati, abbia o meno attuato le linee guida del famoso Piano di rinascita democratica, agli italiani sembra non importare molto. Vale la pena ricordare la presenza all’interno del Piano di alcuni nomi, tra altri, di noti uomini politici da contattare, quali Giulio Andreotti, Bettino Craxi, e Bruno Visentini. A noi, per la verità, sembra che la stampa sia stata messa al guinzaglio per benino, la politica sia stata disgustosamente degradata, l’etica sociale sia stata umiliata, ma soprattutto, grazie al controllo della grande distribuzione, i fornitori siano stati costretti a forti esborsi pubblicitari.
     Nell’intervista di cui sopra, oltre ad Andreotti nuovamente citato, si esalta l’immagine di Francesco Cossiga. Ed il Venerabile, lo sappiamo, non lascia niente al caso. Con un po’ di fantasia, ci sembrerà di scorgere un filo conduttore che ha imbrigliato, tramite la P2, gli uomini più potenti d’Italia nel dopoguerra:
- Andreotti, dai magistrati inquirenti considerato punto di riferimento per le trame piduiste, crocevia per le operazioni più ardite per il Vaticano, e in contatto con la malavita organizzata.
- Craxi, forse ben supportato dalla potente famiglia massonica, in grado di apparire ad un certo punto l’uomo più potente d’Italia solo col 12% circa di voti socialisti.
- Cossiga, figura controversa del panorama politico nazionale, che, ricordiamolo, ai tempi del rapimento Moro creò per l’occasione dei Comitati di sicurezza composti quasi esclusivamente da piduisti, Gelli compreso.
     Per poter manovrare disinvoltamente dietro le quinte, gli uomini della P2 hanno sempre avuto bisogno di referenti politici affidabili, di volta in volta scelti prima nei partiti, poi reclutati dal proprio vivaio dopo aver tolto ai politici il diritto di deliberare, ed ai partiti il diritto di esistere. Allora chiediamoci: dove porta oggi quel filo?
     Di uomini veramente potenti, in grado di ereditare il potere oggi in mano a Berlusconi, se ne vedono pochi:
- Casini si sta giocando il tutto per tutto, ma non sembra poter essere un uomo di riferimento per gli ambienti “che contano”: è anche troppo poco controllabile!
- Vendola, reso importante proprio dall’inesistenza politica di Bersani, viene da un’area non compatibile.
- D’Alema? Non sembra l’uomo adatto, anche se la perdita di identità del Partito democratico, in ultima analisi a lui addebitabile, può quasi far venire il dubbio che il vertice del Pd sia proprio stato infiltrato ed ispirato dai signori della P2, per garantirsi un’opposizione fiacca ed inefficace.
- Di Pietro? … ahahaha, alla larga!
- Cicchitto? … Certo è un P2, ma non sembrerebbe un uomo di polso, ed a nostro avviso non ha sufficienti doti di immagine.
- Fini è ormai bruciato.
     Ed allora? Restano, a nostro avviso, i due reali nomi possibili:
- l’emergente Luca Cordero di Montezemolo, del quale nulla si sa concretamente dal punto di vista politico, tanto da non poterlo neanche collocare correttamente sul proscenio della gestione pubblica del paese. Potrebbe essere lui l’uomo nuovo su cui punta la P2? … Non lo sappiamo. Ma notiamo che l’ambiente Fiat non è mai stato vicino all’azione berlusconiana.
- E l’ex ministro Beppe Pisanu, che da tempo ha preso silenziosamente le distanze dal Silvio nazionale. Sembra molto sicuro del fatto suo: potrebbe essere lui l’uomo del futuro per la nazione.
     Siamo fra quelli che riconoscono il potere della massoneria, e che ritengono tale associazione ancora in grado di svolgere un ruolo fondamentale per lo sviluppo del nostro paese. L’esistenza centenaria della fratellanza speculativa, che ha saputo rinnovarsi e rigenerarsi nel tempo, ci dà sufficienti garanzie sul futuro della sua azione “riservata” all’interno della società.
     Ma se la Massoneria vuol continuare ad essere uno dei punti di riferimento della società italiana, partecipando legittimamente alla gestione politica e democratica del paese, a nostro modesto avviso dovrebbe:
1) accuratamente evitare, per il suo stesso bene, di cadere nella tentazione di dominare in toto il sistema politico nazionale;
2) impedire forme di discriminazione verso chi non è appartenente alla fratellanza, proprio per evitare di essere essa stessa discriminata;
3) guardare agli interessi generali, mai a quelli particolari, per garantire il progresso della società dalla quale essa stessa prende linfa e sostegno.
     Onorando, tutti insieme, il profondo significato delle parole “libertà, uguaglianza, fratellanza” potremo forse un domani vivere finalmente in un paese migliore, nel paese che tutti gli italiani meritano.

Giovanni Corrao - 09/05/2011



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