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Dichiarazione della sen. Luciana Sbarbati

SBARBATI (MRE) ESCE DAL GRUPPO DEL PD E ADERISCE AL misto UDC, SVP, IO SUD E AUTONOMIE NON PER ENTRARE COME ERRONEAMENTE SCRITTO DA QUALCHE GIORNALE E SUPERFICIALMENTE DICHIARATO DA ALCUNI ESPONENTI POLITICI, NELL'UDC, MA PER PER RECUPERARE LA SUA SOGGETTIVITA' POLITICA E LAVORARE PER LA DIFESA DELLA LIBERALDEMOCRAZIA E LA RICOMPOSIZIONE DELLA DIASPORA REPUBBLICANA, IN UN GRUPPO COMPOSITO QUAL E' QUELLO SOPRA CITATO E CHE FRA BREVE SI CHIAMERA' UDC, SVP, IO SUD, AUTONOMIE E MRE

     Signor Presidente, Onorevoli Colleghi,
dopo una lunga riflesione - e un travaglio politico e personale - ho deciso di lasciare il gruppo del Partito Democratico e di iscrivermi al gruppo UDC, SVP, Io SUD, Autonomie. Questa mia decisione è stata condivisa e supportata all'unanimità dagli organi del Movimento Repubblicani Europei che ho qui l'onore di rappresentare.
     La scelta del gruppo UDC, SVP, Io SUD, Autonomie non modifica la mia collocazione di schieramento, che è di ferma opposizione nei confronti di questo Governo, ma intende privilegiare - come è nella tradizione dei Repubblicani - le questioni di contenuto, e quindi valutare autonomamente nel merito e nei fatti concreti quale debba essere il giudizio sui provvedimenti che il Senato sarà chiamato a discutere.
     La decisione di lasciare il gruppo del Partito Democratico viene da lontano. Nel corso di questi anni è apparso sempre più chiaro che il PD che ha voluto escludere dall'atto fondativo la componente laica repubblicana, si è risolto nell'incontro di vertice tra un'area del mondo cattolico e la vecchia tradizione marxista.
     La tenaglia tra ex DS ed ex DL esclude proprio quelle culture e quella visone politica che si riassumono nella democrazia liberale e che sono alla base delle moderne società occidentali. In queste condizioni, e dopo tante e sofferte battaglie, ho deciso di riprendere l'autonomia dell'MRE per continuare l'impegno per la democrazia e la difesa dei suoi valori fondanti che oggi sono in pericolo.
Ma c'è anche un'altra ragione che mi spinge in questa direzione. Il sistema bipolare (divenuto bipartitico di fatto), così come è stato costruito in Italia, produce solo guasti sistemici; e una endemica inadeguatezza della politica nella sua esigenza di fondo, che è quella di confrontarsi con i problemi del Paese. Sono in molti, nell'uno come nell'altro schieramento, che ne vanno prendendo atto. E allora è venuto il momento di superare questa visione miope e costrittiva della vita politica, di tornare a guardare e a collegarsi con le grandi famiglie politiche della tradizione europea; di ridare identità e ruoli definiti ai partiti che cercano il consenso e si candidano a governare forti di cultura e tradizione democratica.
     E' in quest'ottica che continuerò il mio impegno di parlamentare e di dirigente politico. Dal gruppo UDC, SVP, Io SUD, Autonomie darò il mio contributo per costruire e rafforzare una delle grandi famiglie europee, nella quale da sempre mi riconosco, la famiglia della liberaldemocrazia. Il bipolarismo all'italiana ne ha mortificato la presenza, nel centrodestra come nel centrosinistra. Superare lo schema bipolare significa anche creare le condizioni per il superamento del bipartitismo, perché la democrazia liberale possa tornare ad occupare il suo spazio, a vivere ed esistere in autonomia, a lavorare per modernizzare il Paese. E' l'obiettivo per cui lavorerò e noi repubblicani lavoreremo in una presto ritrovata unità repubblicana.

Sen. Luciana Sbarbati - Roma, 28 aprile 2010


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